domenica 31 gennaio 2010

Partito Delirante


Le cuffie trasmettevano suoni estivi e quasi sentivo la risacca del mare, purtroppo era solo la pioggia all'esterno della pensilina dove aspettavo un autobus in ritardo. Il detto latino dice gutta cavat lapidem e le goccie di pioggia hanno scavato nella mia testa fino a estrarne un pensiero. Di associazione in associazione ho pensato alla politica e alle primarie pugliesi.

Ricomponiamo il discorso.
Weltroni nel 2007 era stato eletto segretario del PD sia come naturale conseguenza della sua figura di creatore del partito stesso sia come portatore di quella corrente di pensiero che immaginava ex ante un partito solido, che raccogliesse diverse voci, ma capace di sconfiggere il centro-destra da solo. Le politiche dell'aprile 2008 e le regionali in Sardegna del febbraio 2009 richiudono i sogni nel cassetto del caro Walter che si vede costretto alle dimissioni.
Dopo qualche giorno sale al soglio piddino il vice Franceschini che ha cercato - non avendo nulla da perdere - di fare la voce grossa (anche se con quel nome e quella faccia non era molto credibile) sia fuori casa: in opposizione al centro-destra, sia dentro: non risparmiandosi aghi al curaro nei confronti di D'Alema, che nel giugno 2008 aveva - intanto - oggettivato la sua corrente nell'associazione ReD.
Senza dilungarci troppo si arriva alle primarie dell'ottobre 2009 e riecco il PD diviso in miriadi di coriandoli e opinioni sostanzialmente riconducibili ai due modi di prepararsi per le prossime regionali e quindi - in futuro - politiche. Nello specifico: seguire il modello weltroniano di cui Franceschini è la diretta espressione e quindi correre da soli o seguire il modello Dalemiano rappresentato da Bersani e quindi cercare alleanze contro Berlusconi.
La storia si sa e oggi c'è il Bersani come sindaco del loft.
Qui nasce la grande ambiguità: infatti, non contenti del già clamoroso spostamento a destra che la creazione del PD aveva portato - ricordiamo che dalle politiche del 2008 a sinistra del PD in parlamento c'è solo l'uscita di sicurezza - le alleanze di cui si discuteva e che così tanto hanno spaccato il partito non si sono dimostrate quelle naturali e affini al PD (leggi i vari partiti di sinistra scomparsi dalla rappresentanza), ma la grande UDC di Casini e compagnia brutta e papista.
In Puglia - e qui spero di chiudere - si era in presenza di un governatore amato e rispettato - almeno dalla sua gente che di sti tempi non è poco - che nonostante fosse il presidente uscente non stava per essere ricandidato per puntare sul più moderato Boccia volto gradito all'Unione di Centro. La Puglia sarebbe dovuta essere una sorta di laboratorio per le future politiche a scapito delle idee, poi palesatesi nel voto delle primarie, di gran parte della gente "di sinistra".
In sostanza prima - durante la campagna alla segreteria - si grida ai quattro venti alle alleanze: facendo pensare a tutti che queste si sarebbero rivolte verso lo sfogo naturale del centro-sinistra, la sinistra. Ora quando la situzione concreta si propone si cerca di piegare su di un partito totalmente distante dalle idee che dovrebbero essere dei democratici, ma che invece - ahinoi - sembrano sempre più simili.

Fortunatamente ora sono a letto e vedo un po' di sole dalla finestra. Speriamo che duri: ho le lenzuola da stendere.