lunedì 27 luglio 2009

L'empatia del lettore e possibili parallelismi tra Delitto e Castigo e Lolita



Il caldo estivo fa delirare anche le menti più sane, quindi anche la mia già di per se predisposta alla vanagloria. Tormentato dunque dalle alte temperature rifuggo negli spasmi del mio blog prima di andarmi a tuffare in un mare che mi ha accolto agitato e ventoso.
A qualche mese di distanza - dopo Delitto e Castigo - ho letto Lolita di Vladimir Nabokov, ecco questo post vorrebbe ragionare su un parallelismo - pressoché inesistente - tra le figure dei due protagonisti centrali di questi due romanzi: Raskolnikov e Humbert Humbert.
Tutto parte dalla discussione avuta con una fan di Delitto e Castigo che definiva lo stesso come un romanzo plagiante, nel senso che Dostoevskij ci porta quasi a farci giustificare ed apprezzare il suo Raskolnikov, per quanto nonviolenti ed inani possano essere i suoi lettori. Effettivamente pagina dopo pagina è come se il lettore subisse un inconscio mutamento della percezione che ha del protagonista e parallelamente della percezione che ha di se stesso, più l'autore ci coinvolge nella mente di Raskolnikov, più assistiamo ai suoi deliri più ci sembra che non si sarebbe potuto agire diversamente. Interessante è anche notare come il personaggio caratterizzato essenzialmente come il buono di Delitto e Castigo - Razumichin - identico in tutto e per tutto -nella condizione - a Raskolnikov, nonostante capisca il fardello che preme sulla coscienza del suo ex compagno di studi, faccia di tutto per aiutare lui e la sua famiglia, nonostante lui non lo condivida. Forse è anche per questo che può capitare di immedesimarsi in Razumichin, noi - anche non essendolo - ci sentiamo buoni, ma non possiamo fare a meno di provare una certa empatia per Raskolnikov quando ci espone in maniera così perfetta le sue teorie sui pidocchi della società o sui morti delle battaglie napoleoniche - di cui nessuno si sogna di accusare il generale francese.
A me pare che lo stesso avvenga in Lolita. Tutti sappiamo che quello che si sta delineando è una relazione morbosa, un continuo stupro e abuso di una ragazzetta che all'inizio del romanzo ha solo dodici anni, ma è come se Humbert ci conquistasse con la sua poesia, con i suoi francesismi e i suoi soprannomi scanzonati: tutto ci sembra prescindibile tutto ci sembra un atto d'amore nei confronti della sua Lo; quanto invece è solo la deviazianza di chi ha subito un grosso trauma erotico/esistenziale (questa forse me la potevo risparmaire) durante la sua pubertà. Qui si vede l'astuzia di Nabokov: per l'intero romanzo egli non lascia che intravedere i punti di vista del mondo circostante, lasciandoci persuadere lentamente dalla visione onnicomprensiva del patetico amore di Humbert.
Un altro punto in comune passa (sempre per me ed il caldo estivo) per la redenzione dei due personaggi. Tutti e due avvenuti dopo una punizione. Raskolnikov, nonostante le sue idee cerca il suo Castigo per assurgere a vita nuova. La mia fan (di Delitto e Castigo - non di me Peppe) si lamentava della errata traduzione del titolo in italiano - prestuplenie y nakazavie si dovrebbe infatti tradurre crimine e punizione - ma io obbiettavo che è come se in italiano si esplicitasse in maniera maggiore il livello interno del percorso raskolinkoviano. Più il lettore si convince e più Raskolnikov delira, più il senso di colpa lo divora e inconsciamente gli incomincia a mancare l'iniziale sangue freddo quasi come se il protagonista si volesse gettare tra le braccia di Porfirij (l'ispettore di polizia) per poter finalmente espiare la sua colpa in modo da iniziare a vivere insieme alla sua Sonecka - scelta per di più tra quelli che si potrebbero benissimo identificare con coloro che lui definisce i pidocchi della società. Raskolnikov ha bisogno dell'espiazione formale della legge per completare il suo percorso.
Contrariamente Humbert è pianificatore, lui rifugge dalla polizia e istruisce per bene la sua scimmietta. La sua espiazione passa per un processo esterno legato in tutto e per tutto al tempo e a Lolita. Dolores era - infatti - sin dall'inizio "condannata" ad uscire dalla sua condizione di ninfetta, e Humbert ne era consapevole e spaventato; quello che non sapeva era che la sua Lo sarebbe stata la chiave della sua guarigione, Humbert riesce finalmente a possedere la sua ninfetta, e Lolita fa le veci di quello che non riuscì - in maniera del tutto sana - a raggiungere con la sua Annabel in quell'estate sulla Costa Azzurra. Humbert infine riesce a smettere di amare la Lolita ninfetta e comincia ad amare Dolores. La sua punizione in questo caso è il distacco, è la fuga di Lolita con l'impenitente drammaturgo. Sono questi anni di mancanza che fanno crescere in Humbert la consapevolezza che potrebbe amare Lolita al di la della sua età, e difatti Nabokov ce ne da la conferma quando al momento del ricongiungimento, Humbert nonostante trovi il suo amore sfiorito della pubescenza che tanto lo aveva attratto e addirittura incinta le propone di andare a vivere insieme e capisce di amarla per quello che era.
Mi sembra di aver sprecato già abbastanza lettere per un post che è solo frutto del caldo e che purtroppo - a causa delle mie mancanze pedagogiche - resterà destinato solo a chi a letto entrambi i libri. Credo infine di aver sbagliato molti tra nomi e situazioni ma il tutto è stato scritto senza l'ausilio dei testi e di una connessione internet che mi aiuta spesso a correggere la mia memoria. Ora mare, poi pranzo e infine pisolino salmastro.