sabato 28 giugno 2008

petites lumières


Piccole luci di te


riverberano sul blu quieto

della mia memoria.

Ricordo i tuoi occhi di sciara

lambire i miei come una lacrima.

Adesso il mondo sembra

un posto troppo vuoto

e tu sei ormai l'immagine riflessa

del mio amore immaturo.

venerdì 27 giugno 2008

Le impronte come marchi a fuoco


Le mie ultime speranze di un'Italia segnata da un governo normale, anche se di destra, sono definitivamente cadute. Sta accadendo qualcosa di molto strano, di pericoloso, si sta confondendo l'identità etnica e razziale con la totalità dell'esperienza dell'essere umano, con le miriadi di complessità che ci forgiano continuatamente. La schedatura delle impronte digitali dei ROM, bambini o adulti che siano, ma in quanto tali, è un esempio assurdo di razzismo e discriminazione. Se molti di loro sono di cittadinanza italiana, molti altri lo sono "ufficiosamente" dato il lungo tempo di permanenza nel Paese, che cosa fa allora un vero Italiano (?), dovremmo forse tutti andare a consegnare le nostre impronte (?). Si parla di sicurezza, "l'elettorato, la gente che ci ha votato chiede sicurezza al governo" si sente dire solo questo, ma non si capisce che isolando e discriminando in maniera così aggressiva ed invasiva una classe ed etichettandola come pericolosa, non si fa altro che "ufficializzare" da un punto di vista politico-istituzionale un sentire stereotipato già presente all'interno di molti di noi. Ieri a "Primo Piano", il quotidiano del TG3 in onda in seconda serata, Amos Luzzato, ripercorreva i tempi della sua infanzia quando veniva indicato a dito come giudeo sentendo una comunità d'esperienze con quelle dei ROM di oggi, ("Timbrati come noi, piccoli ebrei") sappiamo tutti come è poi finita la storia della comunità ebraica. Vogliamo che si ripeta lo stesso grado di discriminazione politica e di cittadinanza (?), vogliamo continuare con le classi nelle quali sono inseriti 13 alunni su 15 di origine ROM (?), o vogliamo dare spazio alle persone in quanto tali e punire chi delinque e non chi subisce il peso di un'identità, che spesso noi forzosamente applichiamo, e dalla quale lo stesso si vorrebbe svincolare (?).

domenica 22 giugno 2008

Galleria Video


Foutaise: cortometraggio del regista francese Jean-Pierre Jeunet, del 1990. Il regista si affida al suo attore "fetiche" Dominique Pinon e gli fa elencare di fila i suoi "j'aime" e "j'aime pas" (tema che verrà ripreso dieci anni più tardi nel ben più noto "le Fabuleux Destin d'Amélie Poulain") accostando con semplicità quelli più semplici a quelli più profondi e toccanti. Vi rimando al sito del regista dove protrete trovare ulteriori info sul corto e su di lui.


Link:

Jean-Pierre Jeunet (sito ufficiale)
Dominique Pinon (wikipedia)