sabato 26 aprile 2008

il 25 Aprile e il Grillo usurpatore

Ieri era il 25 Aprile, ma ieri non ho postato perchè carente di connessioni Internet, considerato che il mio fornitore ufficiale (leggi Università degli Studi di Catania) era inattivo. Sono sicuro di voler fare un post sulla data di ieri, un po' come Moretti era sicuro di voler fare il film nel film "Aprile", potrei e dovrei far altro ma lo voglio fare.
Il problema che sorge adesso è che non so cosa scrivere,ma cosa di non banale e non scontato? Forse si può cominciare da ieri pomeriggio. Difatti ieri mi sono recato ad una festa molto graziosa in un parco vicino la città di Acireale, dove anche li, sorgeva un banchetto per la raccolta firme di Beppe Grillo. La raccolta mirava di per sè ad obiettivi molto condivisibili, nello specifico:
  • abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria (soprattutto quotidiani)
  • abolizione dell'ordine dei giornalisti
  • abolizione della Legge Gasparri sul sistema radio televisivo
tutto ciò però esula dal significato originale di questa giornata, il V2 Day, sarebbe potuto essere in un giorno qualsiasi dell'anno, il 25 aprile serve per ricordarci che l'Italia ha subito una feroce dittatura autoritaristica e che grazie all'ardire e allo slancio di uomini coraggiosi (e degli alleati, per chi dovesse subito correggere) ha trovato la forza per liberarsene. Il Fascismo è stato il male assoluto e il 25 Aprile è il giorno in cui l'Italia intera si è liberata da questo male, da questo cancro. Ieri era il giorno dei partigiani, dei ricordi, della memoria; il giorno in cui i nonni raccontano ai nipoti cosa è stato veramente quell'inferno, affinchè le generazioni future capiscano cosa è bene e male, e in futuro sappiano bene da che parte stare (sperando non accada mai niente di simile). Il giorno per la libertà dei mezzi d'informazione può essere tutti i giorni, ma non il 25 Aprile, chi raccoglieva ieri le firme, non pensava a quello, pensava a Grillo, pensava a Berlusconi o a chissà cosa...
Se Grillo, ora, dovesse, raggiungere il suo obiettivo, io sarei contento, come ho già detto, mi sembrano punti condivisibili, ma occorre stare attenti, a non confondere e non scavalcare, non vorrei che un giorno, a lungo andare questo diventasse il giorno di Grillo e non dei partigiani morti per la libertà.

mercoledì 23 aprile 2008

cigarettes au soleil


Amo i miei ricordi,


come quando in balcone,

fumi una vecchia sigaretta,

come se fosse la prima,

senti quel sapore familiare e sconosciuto,

fumi tabacco e paura di essere scoperto,

così odorando le dita impregnate di fumo,

ti sembra che tutto possa ritornare,


o almeno lo speri,

che il mare ritorni blu,

il sole forte da farsi filtrare con le dita

e l'amore felice da non farsi temere.

martedì 22 aprile 2008

Galleria delle Parole



UN CHIMICO

Solo la morte m'ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m'ha portato in collina.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l'amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l'amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.

È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è fosse diverso il vostro morire
vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
Cosa c'è di diverso nel vostro morire.

Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.

Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore.
E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.


Canzone tratta dall'album "Non al denaro, non all'amore né al cielo" - Produttori Associati - 1971

lunedì 21 aprile 2008

en t'oubliant


Nei miei ricordi di ieri ti sento,


vorrei liberarmi del tuo pensiero

strappando la tua voce,

come si fa con una lettera del passato.

Ma come la pioggia sottile

quando danza con il vento

t'arriva sul volto impreparato a riceverla,

stralci di te,

d'improvviso mi accarezzano il viso.

Così diviso tra rassegnazione e desiderio,

vorrei vestirti di parole,

per cercare di recuperare dai frammenti,

cio che di te mi resta,

per fingere di dimenticarti.

Sulla divinità e sull'amore

Certi attimi sono così difficili, certi così intensi, in effetti seppur pieno di lacune io sono la sola cosa di cui ho coscienza, tutto così vuoto, tutto così perfetto ed io così perfetto a viverci dentro, così pieno di paura di scoprire che il senso di quello che mi circonda è alla base così banale. Se io guardo gli altri e capisco la mia umanità, guardo gli animali e capisco la loro natura così diversa eppure così vicina alla mia. Guardando Dio gli attribuisco l'essenza stessa di tutto, gli attribuisco in definitiva, quel senso che cerco di trovare, ma non trovo, ma mi domando, e ogni volta muoio un po' dentro, che se anche Dio è quello che è, o che crediamo sia, ma l'unica cosa che ci accumuna è la pura e semplice esistenza. Chi da senso a Dio? Nel senso se fossimo solo noi ad attribuire la "divinità" a Dio, in quanto non possiamo ricavare la sua vera identità perche il confronto a noi è impossibile, anche solo perchè "piccoli" e facenti parte di una generazione giovane della terra. In definitiva l'uomo è in continua evoluzione, l'uomo potrebbe essere Dio, capace all'apice dell'esistenza della sua esperienza di vita di prendere la percezione di aver raggiunto tutte le caratteristiche della divinità. Se il cammino dell'uomo fosse questo: autocoscienza del se e delle proprie capacità assimilabili a quelle della divinità? Se si pensa noi abbiamo già dentro le caratteristiche della divinità, la già citata esistenza e comunque il fatto di poter ricreare la vita, se Dio ha creato la "Vita", noi lo facciamo giorno per giorno, la natura tutta ha in sè questo potere creativo, diciamo. Dio è intagibile, se cerchiamo col nostro strumento d'indagine migliore: il corpo ( oggetto teso tra immanenza e trascendenza, alla quale non bisogna per forza dare caratteristiche divine, ma intendo qualcosa di non fisico, che sfugge a quello che viene detto ragione) io le uniche cose che non riesco a vedere e percepire, in pratica l'unica trascendenza che vedo applicata tutti i giorni, e che anzi avvolte stravolge il nostro agire e il nostro mondo fisico sono i sentimenti. Con questo aspetto sembra quasi che essi vengano da Dio, nel senso che che sono accumunati da una stessa natura trascendentale, ma io vedo sia bene che male, e se Dio ach'egli fosse bene e male, magari è proprio questa ambivalenza così "tipicamente" umana la famosa immagine e somiglianza di cui ci arrivata memoria. Anche se sempre basandosi sempre su quello che ci comunica il corpo; si sta veramente bene quando lo si fà. Il senso è che è il bene che porta il bene dentro di noi, ci sono certi modi dell'agire umano che a mio parere sono Male, al di la della Cultura, gli atti che poi praticamente ci fanno sentire male a livello interno, quel tipo di dolore che è così "trascendente". E se Dio, la sua perfezione, derivasse proprio da questo, cioè dal fatto di aver conosciuto cos'è il male ed essersene distaccato fino a diventare puro amore...? L'essere perfetto è un essere di puro amore, e tale peculiarità e conditio sine qua non per la sua divinità (sonno..zzzzz...)

fonte: il mio taccuino

domenica 20 aprile 2008

Galleria Video






Scena tratta dal film drammatico di Marco Bellocchio "Buongiorno Notte". Film del 2003 sul rapimento Moro. La canzone è "Fischia il vento" una celebre canzone popolare, il cui testo fu scritto nel settembre 1943, ovvero quando iniziò la resistenza, da Felice Cascione (2 maggio 1918 - 27 gennaio 1944) per incitare il movimento partigiano. La musica è quella della canzone russa Katyusha. Con Bella ciao, è una delle più famose canzoni che commemorano la resistenza. (it.wikipedia.org)



Fischia il vento e infuria la bufera,
scarpe rotte e pur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.

A conquistare...

Ogni contrada è patria del ribelle,
ogni donna a lui dona un sospir,
nella notte lo guidano le stelle,
forte il cuor e il braccio nel colpir.
Nella notte...

Se ci coglie la crudele morte,
dura vendetta verrà dal partigian;
ormai sicura è già la dura sorte
del fascista vile e traditor.

Ormai sicura...

Cessa il vento, calma è la bufera,
torna a casa il fiero partigian,
sventolando la rossa sua bandiera;
vittoriosi, al fin liberi siam!
Sventolando...



Preparandosi al 25 Aprile