Certi attimi sono così difficili, certi così intensi, in effetti seppur pieno di lacune io sono la sola cosa di cui ho coscienza, tutto così vuoto, tutto così perfetto ed io così perfetto a viverci dentro, così pieno di paura di scoprire che il senso di quello che mi circonda è alla base così banale. Se io guardo gli altri e capisco la mia umanità, guardo gli animali e capisco la loro natura così diversa eppure così vicina alla mia. Guardando Dio gli attribuisco l'essenza stessa di tutto, gli attribuisco in definitiva, quel senso che cerco di trovare, ma non trovo, ma mi domando, e ogni volta muoio un po' dentro, che se anche Dio è quello che è, o che crediamo sia, ma l'unica cosa che ci accumuna è la pura e semplice esistenza. Chi da senso a Dio? Nel senso se fossimo solo noi ad attribuire la "divinità" a Dio, in quanto non possiamo ricavare la sua vera identità perche il confronto a noi è impossibile, anche solo perchè "piccoli" e facenti parte di una generazione giovane della terra. In definitiva l'uomo è in continua evoluzione, l'uomo potrebbe essere Dio, capace all'apice dell'esistenza della sua esperienza di vita di prendere la percezione di aver raggiunto tutte le caratteristiche della divinità. Se il cammino dell'uomo fosse questo: autocoscienza del se e delle proprie capacità assimilabili a quelle della divinità? Se si pensa noi abbiamo già dentro le caratteristiche della divinità, la già citata esistenza e comunque il fatto di poter ricreare la vita, se Dio ha creato la "Vita", noi lo facciamo giorno per giorno, la natura tutta ha in sè questo potere creativo, diciamo. Dio è intagibile, se cerchiamo col nostro strumento d'indagine migliore: il corpo ( oggetto teso tra immanenza e trascendenza, alla quale non bisogna per forza dare caratteristiche divine, ma intendo qualcosa di non fisico, che sfugge a quello che viene detto ragione) io le uniche cose che non riesco a vedere e percepire, in pratica l'unica trascendenza che vedo applicata tutti i giorni, e che anzi avvolte stravolge il nostro agire e il nostro mondo fisico sono i sentimenti. Con questo aspetto sembra quasi che essi vengano da Dio, nel senso che che sono accumunati da una stessa natura trascendentale, ma io vedo sia bene che male, e se Dio ach'egli fosse bene e male, magari è proprio questa ambivalenza così "tipicamente" umana la famosa immagine e somiglianza di cui ci arrivata memoria. Anche se sempre basandosi sempre su quello che ci comunica il corpo; si sta veramente bene quando lo si fà. Il senso è che è il bene che porta il bene dentro di noi, ci sono certi modi dell'agire umano che a mio parere sono Male, al di la della Cultura, gli atti che poi praticamente ci fanno sentire male a livello interno, quel tipo di dolore che è così "trascendente". E se Dio, la sua perfezione, derivasse proprio da questo, cioè dal fatto di aver conosciuto cos'è il male ed essersene distaccato fino a diventare puro amore...? L'essere perfetto è un essere di puro amore, e tale peculiarità e conditio sine qua non per la sua divinità (sonno..zzzzz...)
fonte: il mio taccuino