Cazzo di sigarette che mi sono fumato oggi!!! Beh domani si va in scena, è il giorno della farsa. – Il giorno dopo – Si, d'accordo, c'erano state delle variazioni sul tema, ma in fin dei conti il risultato era pur sempre il medesimo... Hai frainteso!!! Io credo nell'amicizia tra uomo e donna - del resto dietro ogni farsa si cela sempre una tragedia... - e viceversa. Si era quindi al giorno successivo – L'amicizia – La scena era grottesca, lei si esponeva come un manichino, ai miei occhi e alle mie critiche vendicative e false, la luce blu del loggione la incorniciava e tutti i miei sforzi s'infrangevano appena la mia razionalità cozzava sulle sue labbra. Lei incorniciata dalla luce ed io dalle sue parole del giorno prima, disteso verticalmente alla parete - pur di non starle vicino - che piangevo sul latte versato. I pensieri s'incrociavano, ma mai i nostri sguardi tesi, io pensavo a lei e lei pensava ad un lui che non ero io, così anche durante il tormentone amoroso, che fu la giusta punizione per espiare la mia idiozia. Uscimmo e non parlammo, restammo pochi istanti soli, e fuggivamo immobili dall'umido imbarazzo che, denso come la nebbia, non ci restituiva che le immagini distorte dei nostri ruoli ufficiali - gli amici. Ora sono lontano da lei e la cosa più straziante, oltre al non aver capito - e a non aver ricevuto nessuna caffettiera dopo tutti i due presi (pensavo ci fosse una raccolta che superato un certo tot ti davano un premio, tipo conad insomma…) - è il fatto che io sono qui che rimugino, e lei, come quel giorno a teatro, continua a farlo per altri. Questa sperequazione del dolore è ingiusta, naturalmente lei è assente di colpa e di sentimenti, come tra poco lo diverrò io - anaffettivo, questa credo sia la parola - ma anche lei dovrebbe pensare a me e pensare che magari io non sto tanto bene, quando le sorrido e quando lei ride alle mie battute e quando gioco a fare l'adulto disinteressato, è perché prima ho passato tre ore, a letto, a fare l'adolescente addolorato.
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