giovedì 30 dicembre 2010

Lontano

Sentimenti bianchi e compatti,

dopo la finestra arrivano

in interminabili code

e strascichi.

Fondi rotti per sempre,

da strade e balconi

già dimenticati.

Tutto statico,

immobile.

Tutto si scioglie a condizione,

per terra resta l'acqua.

mercoledì 13 ottobre 2010

Disegni



Rifugi fugaci di gocce perlate

nascondono l'umido di parole vibrate;

con la malizia delle cose taciute

e il limbo delle idee rimaste incompiute.

Sei un sorriso vezzosamente lasciato

come un fiore, su di un gradino bagnato.


sabato 2 ottobre 2010

Les écrevisses




Le tue carezze

sono coriandoli

sulla mia maschera.







venerdì 4 giugno 2010

La Turchia, il Medio Oriente e l'Unione Europea


Sentivo di dover scrivere - anche se le solite quattro cazzate - sul blitz israeliano alla flottiglia di aiuti umanitari partita da Cipro Nord alla volta di Gaza. Pensavo di scrivere il solito pistolotto di condanna nei confronti di uno Stato - Israele - che continua a manifestare impunemente la sua arroganza nei confronti dell'intera comunità internazionale. Condanna anche nei confronti di chi non reagisce a questa arroganza lasciando dichiarazioni desolate sulla perdita di civili - quasi fosse stato un incidente collaterale in un'operazione di guerra.
Ora però vorrei farneticare un po' riguardo alla Turchia. Il mio aio Stefano B. mi faceva riflettere sulle opportunità politiche della Turchia ponendo la questione guardandola in un ottica mediorentale e questo è quello che ho "riflesso". Mi spiego: è della settimana scorsa l'azione diplomatica congiunta di Brasile e Turchia a riguardo della questione iraniana. L'accordo prevedeva l'invio ad Ankara di circa 1.200 tonnellate di uranio "leggermente" arricchito da restituire sotto forma di combustibile nucleare per il reattore a fini medici di Teheran.
Si parla d' Israele e salta fuori l'Iràn. Certo la Turchia - ormai forse un po' lontana dai tempi del suo eroe repubblicano Kemal - favorendo anche indirettamente la flottiglia della pace (basti pensare da dove è partita) organizzata da un movimento come l'ikk così vicino ad Hamas, prende posizione chiaramente nella complessa mensola di spezie che è il medioriente.
Questi sono anni di cambiamento, sentivo oggi alla tv che la turchia si sta islamizzando, ma siamo sicuri che questo sia vero, o almeno vogliamo capire perché succede questo?
La Turchia è un paese enorme, popolato e giovane che ha guardato e in gran parte (forse mi sbaglio) continua a guardare all'Europa come un modello sia da un punto di vista popolare che politico.
Ricordiamo solamente qui dov'erano i missili statunitensi al centro della contrattazione durante la crisi di Cuba oppure da dove sono partiti molti aerei durante le guerre del golfo, senza contare le numerose basi USA e NATO.
Forse per rafforzare la sua immagine di repubblica laica in cui l'Islàm è "solo" la prima religione del paese, la Turchia ha cercato di presentarsi come il primo degli alleati mediorientali dell'Occidente proponendosi come un immaginifico ponte di dialogo. La Turchia però avrebbe voluto anche delle risposte, direbbe il mio arkadash del medio campidano:" nel 2010 nessuno fa niente per niente". Nel senso: la Turchia è stata dichiarata parte dell' Europa dal 1963 con l'Accordo di Ankara e d'allora insegue il vecchio continente tentando di divenire membro dell'allora Comunità vedendosi sorpassare da mezz'europa (si è passati dai 6 del 1963 ai 27 attuali) in gran parte per motivazioni culturali, religiose ed economiche (tonnellate di arance!) a cui poi si è aggiunto il veto cipriota (considerando l'unanimità necessaria ai fini dell'ampliamento).
Per farla breve - in my opinion - la Turchia si sta come girando alle spalle trovandovi un'area del mondo debole e contrastata dal mainstreaming politico mondiale, ma ricca di risorse strategico/economiche di cui potrebbe assumere la leadership. Perché rimanere la cenerentola d'Europa potendo essere la regina del medioriente?
La Turchia ha oggi le carte in regola per assumere questa posizione. È veramente un ponte, ma potrebbe esserlo da Est a Ovest. Sarebbe il caso di valutare seriamente le oppurtunità che l'Europa perde e chi potrebbe ritrovarsi come vicino più che come membro fra cinquant'anni.

venerdì 14 maggio 2010

Galleria Fotografica


Izmir - Maggio 2010

sabato 27 marzo 2010

Montecristo

Aveva appena finito di sognare una sua vecchia compagna di classe. Quegli amori che t'insegano a riconoscere i tuoi sentimenti. O meglio quando i tuoi sentimenti s'incominciano a rivolgere pienamente alle persone. Da piccoli si riesce a provare sentimenti immensi per cose: pupazzi, pezzi di stoffa, persino parti del proprio corpo d'accarezzare per addormentarsi. Poi invece le persone: la famiglia e l'altro sesso.
Veniva dallo svegliarsi, quindi.
Tutto era buio e si sentiva costretto. L'aria già quasi mancava e lui trasalì. In un istante si ricordò del suo malore, degli occhi degl'infermieri. Ce n'era una con un accento dell'est che lo accarezzava tra i capelli. Era ancora un ragazzo e così disteso tra le sirene dell'ambulanza doveva far pena.
Era sepolto vivo.
Cercò d'immaginarsi la cappella di famiglia da fuori, ma si rese conto che non c'era mai stato, non era manco mai entrato in quel fottutissimo cimitero di quell'altrettanto fottutissimo paese dimaredimerdadovequandocivaid'estatenontrovimaiuncazzodiparcheggio.
Lo aveva immaginato da sempre, dalla terza elementare era la sua più grande paura. Lo aveva persino detto una volta a cena tra amici, così tra il serio e il faceto: se dovessi morire e voi siete ancora vivi seppellitemi con una pasticca di veleno o anche con una pistola. La tutti a darmi dell'egocentrico paranoico: bravi dico io. E quel tipo. Quel coinqulino di quell'altro tizio li a darmi addosso, ma chi lo aveva invitato quel tipo, o forse era casa sua, ma anche se... 'cazzo voleva dico io?!
Si tastò le tasche per vedere se qualcuno lo aveva accontetato.
Apprezzò la qualità dei vestiti con cui era stato seppellito, riconosceva un bel completino di lana con camicia e cravatta di seta, si accorse anche di avere un rosario tra le dita: mamma, anche da morto...
Si palpò - dunque - per quel che poteva dentro quella bara. I suoi cari erano stati solo capaci di lasciargli: un pacco di sigarette, un libro, una foglietto di carta non meglio identificato e dai 30 ai 40 foglietti più piccoli - presumibilmente delle immaginette - mamma!!!
Zero suicidio indolore.
Pensò a chi avesse potuto lasciargli cosa e a chi si fosse scordato l'accendino: non è mai troppo tardi per una sigarettula, poi non si sa mai un cancretto fulminante.
Che cazzo faccio si disse.
Provò a trattenere il respiro, provò a sbattere la testa, incomiciò a sbattere e sbattere poi a soffocare e poi si dimenò e il buio e sempre meno aria e capì che era nel bel mezzo della sua paura e che c'era ancora meno aria e stava per capire che sarebbe finita per sempre quando finì.

mercoledì 17 marzo 2010

luna piena

Se mi sveglio

ed è tutto uguale

come rileggere un libro

appena terminato

dove quello che può succedere

non è destino,

ma nemmeno caso.

Provare a imitare gli altri

non è come vivere

in se stessi.

Esco di casa

per non stare a casa

e leggo per non sprecare il mio tempo.

Come scrittura su di un quaderno

in penna nera

ti direi che non ti amo,

ma che vorrei amarti

per non dormire più da solo,

per abbracciarti quando sono solo,

per baciarti quando sei sola.

Le righe sono però finite

proprio quando

la strada è appena cominciata.

venerdì 5 marzo 2010

der beste Freunde

Che dire?
Ci siamo quasi sempre scritti, soprattutto nei primi anni dopo che fummo costretti a separarci. Diceva che l'avevano spedita in un bel posto in montagna. Alpi bavaresi diceva. Il suo padrone l'
amava moltissimo, quasi - pensava lei - più di quella biondina che sembrava essere sua moglie.
Dopo un po' cominciarono gli spostamenti. Mi scriveva spesso da Berlino: mi raccontava che il suo padrone lavorava in un palazzo enorme e stava via moltissime ore fuori, beh comunque molte di più rispetto a prima. Successivamente cominciò a scrivermi dai posti più disparati: all'inizio fu l'Europa dell' Est, mi disse che il suo padrone aveva aperto altre filiali del suo impero da quelle parti; in una lettera di qualche tempo dopo si riferiva a quel periodo come il più bello dal suo trasferimento: ritornavano spesso in quel rifugio di montagna e lei e quello che lei considerava il suo migliore amico giocavano spesso insieme.
Poi furono i Paesi Bassi, il Belgio, arrivò a mandarmi persino una cartolina da Parigi: la Francia, ci pensate (?)... è sempre stato il mio sogno!
Anch'io ero più allegro, mi sentivo felice, fosse anche che ero felice solo perché lei era felice.
Le cose - però - cambiarono repentinamente: mi scriveva sempre più di rado, parlandomi delle sue giornate, niente di particolare, magari sarà il senno di poi a farmi parlare, ma il mio istinto mi faceva stare in ansia: nelle sue lettere era fredda, distaccata. Smise pure di parlarmi del suo padrone, infine smise anche di scrivermi.
Nella sua ultima lettera accennò solo al fatto che si sarebbe traferita definitivamente nella capitale, da quel momento in poi non ebbi più sue notizie.
Sembrerà strano, per un rapporto a distanza come quello che avevamo io e lei, ma sono stati solo i ricordi, quelli dei primi anni insieme, - più che l'immenso affetto dei miei padroni - a farmi arrivare a oggi e a questa intervista.
Voi - gentili signori dello Spiegel - siete venuti qui a rievocare momenti tristi: sapete...(?) non è stato facile venire a cosnoscenza della fine che ha fatto la mia metà, uccisa così dal suo padrone, pensate solo cosa è stato per me! Scoprire chi era quel tipo, capire che il mio amore, la mia Blondi! Era Il Cane Di Adolf Hitler!
E ora... che avete fatto il vostro lavoro, gentili signori, vi prego di lasciare un vecchio cane d solo, a leccarsi le sue ferite.

domenica 31 gennaio 2010

Partito Delirante


Le cuffie trasmettevano suoni estivi e quasi sentivo la risacca del mare, purtroppo era solo la pioggia all'esterno della pensilina dove aspettavo un autobus in ritardo. Il detto latino dice gutta cavat lapidem e le goccie di pioggia hanno scavato nella mia testa fino a estrarne un pensiero. Di associazione in associazione ho pensato alla politica e alle primarie pugliesi.

Ricomponiamo il discorso.
Weltroni nel 2007 era stato eletto segretario del PD sia come naturale conseguenza della sua figura di creatore del partito stesso sia come portatore di quella corrente di pensiero che immaginava ex ante un partito solido, che raccogliesse diverse voci, ma capace di sconfiggere il centro-destra da solo. Le politiche dell'aprile 2008 e le regionali in Sardegna del febbraio 2009 richiudono i sogni nel cassetto del caro Walter che si vede costretto alle dimissioni.
Dopo qualche giorno sale al soglio piddino il vice Franceschini che ha cercato - non avendo nulla da perdere - di fare la voce grossa (anche se con quel nome e quella faccia non era molto credibile) sia fuori casa: in opposizione al centro-destra, sia dentro: non risparmiandosi aghi al curaro nei confronti di D'Alema, che nel giugno 2008 aveva - intanto - oggettivato la sua corrente nell'associazione ReD.
Senza dilungarci troppo si arriva alle primarie dell'ottobre 2009 e riecco il PD diviso in miriadi di coriandoli e opinioni sostanzialmente riconducibili ai due modi di prepararsi per le prossime regionali e quindi - in futuro - politiche. Nello specifico: seguire il modello weltroniano di cui Franceschini è la diretta espressione e quindi correre da soli o seguire il modello Dalemiano rappresentato da Bersani e quindi cercare alleanze contro Berlusconi.
La storia si sa e oggi c'è il Bersani come sindaco del loft.
Qui nasce la grande ambiguità: infatti, non contenti del già clamoroso spostamento a destra che la creazione del PD aveva portato - ricordiamo che dalle politiche del 2008 a sinistra del PD in parlamento c'è solo l'uscita di sicurezza - le alleanze di cui si discuteva e che così tanto hanno spaccato il partito non si sono dimostrate quelle naturali e affini al PD (leggi i vari partiti di sinistra scomparsi dalla rappresentanza), ma la grande UDC di Casini e compagnia brutta e papista.
In Puglia - e qui spero di chiudere - si era in presenza di un governatore amato e rispettato - almeno dalla sua gente che di sti tempi non è poco - che nonostante fosse il presidente uscente non stava per essere ricandidato per puntare sul più moderato Boccia volto gradito all'Unione di Centro. La Puglia sarebbe dovuta essere una sorta di laboratorio per le future politiche a scapito delle idee, poi palesatesi nel voto delle primarie, di gran parte della gente "di sinistra".
In sostanza prima - durante la campagna alla segreteria - si grida ai quattro venti alle alleanze: facendo pensare a tutti che queste si sarebbero rivolte verso lo sfogo naturale del centro-sinistra, la sinistra. Ora quando la situzione concreta si propone si cerca di piegare su di un partito totalmente distante dalle idee che dovrebbero essere dei democratici, ma che invece - ahinoi - sembrano sempre più simili.

Fortunatamente ora sono a letto e vedo un po' di sole dalla finestra. Speriamo che duri: ho le lenzuola da stendere.